Le DAT non sono l’urgenza di questo Paese e violano i Diritti Umani

COMUNICATO STAMPA – padova
Il PdF: uccidere di fame, sete o con un’iniezione di pentobarbital non è civiltà!
«Come per la legge sulle Unioni Civili, urgenza per l’Italia, utilizzata da meno di 4000 persone dalla
sua entrata in vigore, adesso il Parlamento deve affrontare in tutta fretta una nuova emergenza
nazionale. Si tratta del problema del lavoro, della casa, i problemi della Famiglia, la sicurezza?»,
chiedono provocatoriamente dal Circolo Popolo della Famiglia di Padova: «No! Si tratta delle
Dichiarazioni Anticipate di Trattamento (DAT).»
«Invitiamo tutte le forze politiche in Parlamento ad uno sforzo di riflessione prima di legiferare sull’onda emotiva di situazioni eutanasiche costruite mediaticamente.» affermano dal Circolo Pdf di Padova. «I malati con sofferenze per malattie gravi e le loro Famiglie, sono innanzitutto Persone in difficoltà e, per la loro condizione di svantaggio devono essere aiutate, sorrette e seguite dalla comunità e non
lasciate sole oppure uccise per fame, sete o con un’iniezione letale!» sottolineano dal Circolo Pdf locale, «Siamo prossimi al 10 dicembre anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, il 10 dicembre 1948.» Prosegue il comunicato del Pdf Padova: «Le DAT violano i Diritti Umani, che sono Universali, Inviolabili, Inalienabili. E proprio su inviolabilità ed inalienabilità del diritto alla Vita,» il Popolo della Famiglia riafferma con forza «la propria contrarietà a qualsiasi legge che mascherandosi da falso mito di progresso o ammantandosi da pseudo-diritti civili, intenda agevolare o promuovere la morte delle persone, fingendo di alleviarne le sofferenze.» Ancora il Circolo Pdf Padova: «L’eutanasia diretta, che per fame, sete o altro metodo mette fine alla vita di persone prossime alla morte, merita di essere
rubricata come reato penale, in quanto provoca sofferenze atroci aggiungendole a quelle reali sopportate dal malato. Occorre invece destinare più risorse e sostegno alle famiglie con disabili, anziani o malati terminali, promuovere una cultura di accoglienza e valorizzazione della dignità della vita di ogni persona, perché la sofferenza del malato dipende anche dall’ambiente sociale che lo
circonda.» Il Popolo della Famiglia «è convinto che una dichiarazione di trattamento, scritta anni prima magari in condizioni particolari, non sia utilizzabile in un momento di sofferenza. Inoltre» sottolineano dal Circolo, «l’idea che una persona ha una vita che “non merita di essere vissuta” si diffonde nell’opinione pubblica, e conduce progressivamente all’eugenetica di nazista memoria.» «Non parlate di “DOLCE MORTE” e non mentite agli Italiani dicendo che morire di fame, di sete o con un’iniezione di pentobarbital è un’espressione di civiltà: si tratta di un’espediente perverso e cinico per far risparmiare al Sevizio Sanitario risorse economiche, introducendo politiche infami che vogliono ammazzare vecchi e disabili.» concludono dal Circolo di Padova del Popolo della Famiglia.

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