Un insulto a un paese prostrato di Mario Adinolfi – 17/01/2021

La tragedia del bilancio di questo governo non è del tutto chiara: 82mila morti (peggiore ecatombe Covid mondiale in rapporto agli abitanti), arretramento del Pil a doppia cifra (solo noi e Uk nel mondo), caos sanitario, attentato al diritto allo studio nelle scuole e nelle università (nessuno ha perso tanti giorni di lezione quanto gli studenti italiani), confusione amministrativa tra Stato-regioni-comuni e trasporto pubblico locale principale veicolo di trasmissione del virus. In più, per impostazione ideologica, si è riversato il denaro in operazioni insufficienti a pioggia con l’attenzione prevalente al lavoro salariato, affossando il lavoro d’impresa capace a sua volta di creare lavoro e ricchezza. Quando il 31 marzo salterà il tappo del blocco dei licenziamenti e ancora peggio dal 31 gennaio quando si abbatteranno 50 milioni di cartelle esattoriali prevalentemente sul ceto produttivo, vedremo l’effettivo svolgersi di questa tragedia. E noi a questo presidente del Consiglio e a questa compagine di governo dovremmo dare fiducia? Le famiglie italiane hanno il diritto di scegliersi un nuovo governo adeguato alla sfida in corso. Procedere con manovre di palazzo finalizzate al mantenimento dello status quo per i vertici dell’esecutivo e alla garanzia dei 420mila euro che ciascun parlamentare incasserà di qui alla fine della legislatura, è un insulto a un Paese prostrato.