Popolo della Famiglia a Verona con Di Matteo rilancia il reddito di maternità – Verona Sera
Un ritorno alla normalità incentrato sulla famiglia. È questo l’obiettivo politico del candidato sindaco Alberto Zelger, che ieri, 3 giugno, ha potuto confrontarsi con Nicola Di Matteo, vicepresidente nazionale del Popolo della Famiglia, partito che compone la coalizione di Zelger. Un incontro, quello tra Zelger e Di Matteo, a cui ha partecipato anche Luciano Checchini, capolista del Popolo della Famiglia a Verona.
«Mettere al centro la famiglia significa per noi anche aiutare le giovani coppie a sposarsi, per invertire l’attuale declino demografico introducendo un reddito di maternità», ha dichiarato Di Matteo in uno degli interventi non focalizzati su quello che sembra essere il principale argomento della campagna elettorale di Zelger e delle altre due liste che lo sostengono (Verona per la Libertà e Zelger Sindaco): la critica al Green Pass e alla gestione della pandemia da parte del Governo nazionale. Per Zelger, infatti, quelli appena passati sono stati «due anni di vincoli e di lockdown, che hanno cancellato i diritti costituzionali, rovinato la vita a tante famiglie e distrutto la nostra economia».
Le intenzioni di Zelger sono quelle di aiutare «famiglie e imprese in difficoltà per la crisi economica e per i vincoli assurdi che questo Governo vuole imporre a tutti gli italiani, bambini compresi, cui hanno vietato ogni socialità e che ancor oggi devono portare una mascherina a scuola, con gravi danni per la loro salute fisica e psichica». E per realizzare il suo intento, il candidato sindaco intende porre un freno alla «propaganda che semina paure e divisioni, alla censura sulle cure domiciliari e sugli effetti avversi dei vaccini e ai tamponi di massa, che cercano malati tra i sani e rinunciano a curare i veri malati».
Ed anche se l’emergenza coronavirus è passata, Zelger e la sua coalizione temono che il Governo abbia «solo allentato le briglie, per riprenderle in autunno con qualche altro virus immaginario, per tenerci sottomessi e continuare indisturbati una politica di guerra con la connivenza di tutti i partiti nazionali».