IL BIVIO di Mario Adinolfi
Eccoci, siamo finalmente al bivio. La storia di Noa, 17enne olandese avviata al suicidio assistito con tanto di plauso social e like e cuoricini, ma senza un abbraccio che valesse la pena d’essere vissuto, ci consegna la verità sul futuro che stanno costruendo. Cala il velo, basta Dj Fabo o Vincent Lambert, sia chiaro che se varchi quel cancello usando Fabo, usando Vincent per avere sentenze mosse da un sentimento di pietà, si arriva dritti a Noa. Bella ragazza bionda senza alcun apparente malanno fisico, ma depressa.
Inabile dunque ad “una vita normale” e allora se si vuole ammazzare, che si ammazzi, nel plauso generale e col sostegno delle norme. Siamo al bivio e stiamo ribaltando i principi cardine della nostra civiltà. Mia sorella prima di uccidersi, depressa e disperata e giovane e bionda come Noa, scrisse un piccolo film per il quale ancora viene ricordata. Si intitola “Non al denaro, né all’amore, né al cielo” e si apre con la scena di Accattone, il film di Pasolini, in cui il protagonista anziché essere dissuaso dai propositi suicidi viene invitato a gettarsi nel Tevere dal popolino accorso. E lui, alla fine: “Daje, va. Damo soddisfazione ar popolo”. E si lancia. Credo che lucidissima e tragicamente profetica Ielma nel 1996 disegnasse l’esito del piano inclinato, per sé e per la società tutta intera. Se vediamo una persona sulla balaustra di un ponte sul Tevere ancora oggi siamo istintivamente portati a evitare che si suicidi, a soccorrerla anche se ci è totalmente sconosciuta. Una volta imboccata invece la via del “rispetto dell’autodeterminazione”, la tragica e infernale conseguenza di aver preso quella strada al bivio è la storia di Noa, 17enne depressa e suicida in plaudente diretta social, tra like e cuoricini. Siamo proprio alla resa di Accattone davanti all’assurdo di una vita senza, senza amore e senza Dio.
Daje va, damo soddisfazione ar popolo. Faccina. Like. Come fate a non venirvi a battere contro tutto questo, ora?