Giudici attenti Mario Adinolfi – 3 Febbraio 2021
M5S a parole dice no a Draghi, poi Di Maio apre a “un governo politico”. Stesso schema per Salvini che dice “elezioni” ma poi apre a un governo “che porti l’Italia al voto”. La crisi si gioca qui. Se Di Maio e Salvini dicono no a Draghi il governo Draghi non si fa. Punto. Probabilmente uno dei sta mentendo. Forse tutti e due. Perché il governo Draghi si farà. È un bene? Il Popolo della Famiglia ha fatto netta opposizione alla maggioranza giallorossa, di cui non si ricorda niente di positivo, solo la tragica gestione della pandemia. È bene dunque che Bonafede, Azzolina, Conte e Casalino se ne siano andati a casa.
Draghi è una personalità incommensurabilmente superiore a quella di Conte, ha il curriculum più forte che esista in Italia, ha piegato giganti come la Bundesbank, il suo “whatever it takes” ha fatto la storia, il discorso dello scorso agosto al Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini è una lectio politica da leggere e rileggere. Ma non ci facciamo più abbagliare dalle paillettes, l’Italia merita di vedere i fatti e dai fatti Draghi sarà giudicato. Se, ad esempio, il suo governo fosse imperniato su una maggioranza politica continuista rispetto all’esperienza giallorossa questo sarebbe inaccettabile e sarebbe anche una violazione del mandato ricevuto dal presidente Mattarella. Attenti ai primi passi, che sono i decisivi. Un governo a guida tecnica per salvare i soliti noti sarebbe inaccettabile. Draghi lavori per un vasto consenso in Parlamento e se non lo trova lasci la parola agli elettori. Il Popolo della Famiglia lo giudicherà senza prevenzioni malevole ma di certo in base alle premesse su cui fonderà i fatti che caratterizzeranno la sua azione. Chiediamo finalmente l’investimento nel capitale umano chiamato famiglia, nella natalità, nel rafforzamento dell’istituto del matrimonio, nel cuore del rilancio del nostro Paese che è affidato alle donne con la maternità. Saremo giudici attenti, stimolanti e interessati.