CHE FASTIDIO CHE PROVO di Mario Adinolfi
Che fastidio che provo per questi pacifinti che vanno in piazza con la bandiera arcobaleno e intanto godono per ogni immagine di tank russo in fiamme con attorno ucraini esultanti con gli Ak47 da noi forniti innalzati al cielo a sparare raffiche di gioia.
Che fastidio che provo per questo Zelenski che da straordinario capocomico ha ormai stregato il mondo intero e con tempi teatrali perfetti fa battere i cuori del senso di colpa occidentale, ma intanto ammette serenamente che “i morti russi sono dieci volte i nostri” e allora per chi dovrei piangere di più signor attore?
Che fastidio che provo per Putin che ha voluto trasformare una guerra regionale che dura da otto anni che a nessuno interessava in un preludio della terza guerra mondiale per misurare i limiti di ciascuno. Il fastidio è doppio perché a morire in terra ucraina ci ha mandato i soldati di leva, cioè i ragazzini ancora teenagers, che io non riesco a distinguere tanto dai 79 bambini morti tra i civili. Gli ucraini parlano di 12mila soldati russi uccisi e 18mila feriti, gli USA dimezzano la cifra che resta enorme per appena 18 giorni di guerra. È una strage di giovanissimi russi. Il fastidio è triplo dopo che Putin ha fatto arrestare due vertici dei servizi di sicurezza per la questione dei soldati di leva: che cavolo di autocrate sei se prendono decisioni del genere sotto il tuo naso?
Che fastidio che provo per coloro che hanno solo voluto irridere e disprezzare, senza fare lo sforzo di leggere davvero il discorso del patriarca Kirill che invece spiega molto delle ragioni profonde di questo conflitto: “Se l’umanità riconosce che il peccato non è una violazione della legge di Dio, se l’umanità concorda sul fatto che il peccato è una delle opzioni per il comportamento umano, è la fine della civiltà. Chi sta attaccando l’Ucraina oggi, dove la repressione e lo sterminio delle persone nel Donbass va avanti da otto anni? Siamo entrati in una lotta che non ha un significato fisico, ma metafisico”. Da decenni subiamo senza reagire in Occidente l’avanzata di una cultura vuota che ha spazzato via Dio è reso illegittima l’idea stessa di peccato: tutto deve essere accettabile, nulla è giudicabile, persino l’autodistruzione ormai la invochiamo a colpi di leggi che la rendano solamente poco dolorosa. Ci siamo venduti Dio e le ragioni fondanti, per ottenere in cambio una società profondamente infelice e atterrita, che va avanti a psicofarmaci e psicopolizia del pensiero unico. E il pazzo è Kirill propone “una lotta dal significato metafisico”? C’è tanta distanza con Francesco che definisce quel che sta accadendo “una follia” senza attribuire colpe prioritarie all’uno o all’altro dei contendenti e con il vescovo Ricchiuti di Pax Christi che dice che è sbagliato fornire armi agli ucraini? Io una lotta vera contro una proposta di società che renderà infelicissimi perché sradicati i nostri figli, nella poltiglia somministrata del politicamente corretto, la pretendo anche dalla Chiesa Cattolica. Altro che additare Kirill: Francesco lo prenda sotto braccio e insieme conducano seri tentativi di arrivare alla pace.
Che fastidio che provo per tutti voi che gridate “pace, pace” senza dire come fare, anzi istigando la guerra perché vi piace tanto fare like dal divano alle immagini della “resistenza ucraina” specie se composta da donne col kalashnikov e vecchine che fabbricano le molotov con cui avvolgere nelle fiamme i tank russi. Insomma gridate pace ma volete la guerra e che i russi muoiano. Invece io voglio che non muoia più nessuno, che ci si incontri a Roma o Gerusalemme per riconoscere che Dombass è territorio russo, che l’Ucraina ha diritto a esistere come territorio indipendente ma neutrale rispetto a Nato e Unione Europea. Credo che su queste basi Putin accetterebbe la pace domani mattina e credo di non essere l’ unico a saperlo.
Che fastidio che provo per coloro che pensano di piegare la Russia con le sanzioni, senza capire che la storia del popolo russo è la storia di un popolo che sa resistere alle privazioni più intense, ai sacrifici più immani, alle ristrettezze più impensabili. Sono secoli che ne danno prova: né Napoleone, né Hitler, né le recentissime e meno recenti sanzioni sanzioni occidentali antiputiniane hanno mai piegato i russi. Che hanno risorse naturali infinite, su uno spazio territoriale immenso, con una banca nazionale che stampa moneta, con migliaia di testate nucleari che affiancano un esercito potentissimo per armamenti, con una società che fa figli ed è molto giovane, culturalmente dedita al combattimento. I russi non si abbattono, i russi vanno convinti facendosi aprire la strada dai loro stessi interessi e conducendoli sulla strada delle trattative. Lo racconta la storia. Che ci dice anche che quando i russi si fecero sovietici l’unica arma per disarticolare quella pericolosa involuzione fu l’arma spirituale brandita efficacemente da San Giovanni Paolo II, che consacrò la Russia al Sacro Cuore Immacolato di Maria nel 1984, come richiesto dalla Madonna di Fatima nel 1917. Sette anni dopo la bandiera rossa con la falce e martello veniva definitivamente ammainata al Cremlino.
Di questi miei fastidi e delle soluzioni possibili alla guerra parlerò stasera in tv, come è già accaduto sere fa e come accadrà in altre sere. Per provare a far prevalere un minimo di raziocinio sulla sciocca propaganda a senso unico che dalla tv piove nelle nostre case, anche a costo di apparire sempre quello che guida contromano.