Stallo alla messicana di Mario Adinolfi – 20 Gennaio 2021

Dopo il carnaio vissuto ieri a Palazzo Madama resta la sensazione visiva da film di Quentin Tarantino e capisci che si sono infilati dentro un classico stallo alla messicana. Giuseppe Conte ha sotto tiro Matteo Renzi e tutti e due sarebbero in teoria sotto il tiro delle opposizioni ma ognuno sa che non può sparare. Se Renzi ammazza Conte si va a elezioni anticipate e Italia Viva sparisce (o comunque rientra in Parlamento perdendo almeno trenta dei suoi attuali cinquanta eletti); se Conte spara su Renzi quello immediatamente attiva la tagliola che fa saltare il governo passando dall’astensione al voto contrario; l’opposizione potrebbe mobilitare il Paese contro questo governicchio di minoranza ma non lo farà perché anche i suoi parlamentari non sono tanto sicuri del posto (e così Forza Italia ne ha persi sia alla Camera che al Senato). Stallo alla messicana vuol dire però che in ogni singola commissione del Senato ora il governo non potrà far passare alcun provvedimento senza chiedere il permesso ai renziani e questo rende fragilissimo l’esecutivo su tutti i piani, dalla gestione del Recovery Fund fino alla promessa riscrittura della legge elettorale. Nel Senato vero non ci sono tutti i giorni i senatori a vita a garantire la maggioranza, né un Ciampolillo il cui voto recuperare con il Var. Nel Senato vero lo stallo alla messicana finisce come nei film di Tarantino, che qualcuno alla fine spara ed è un bagno di sangue. Ne farà le spese ciascuno di noi. Giuseppe Conte vada di corsa al Quirinale a rassegnare le dimissioni, con i 156 non va da nessuna parte e mettersi a vendere ministeri per raggranellare qualche spicciolo di voto sarebbe una fine ancora più ingloriosa.