OSTERIA NUMERO MILLE di Mario Adinolfi

Lavorare al numero mille de La Croce (domani per gli abbonati) ci fa pensare a chi diceva che saremmo durati tre mesi e invece da cinque anni eccoci qua, ogni giorno, a darvi un punto di vista diverso su quel che accade in Italia e nel mondo.
Non sono stati anni facili perché a chiacchiere tutti vogliono fare tutto, poi quando ti ci metti e devi tenere botta a fronte delle immense difficoltà del day by day, solo il gioco di squadra ti salva. Per fortuna la decisione compiuta quando scegliemmo come testata una parola così impegnativa, conteneva un impegno di fondo: la sofferenza salva e redime. Poi, quando senti troppa stanchezza, chiedi aiuto all’Amico e ci pensa Lui a fare il capocordata. La Croce è un quotidiano di lotta e di formazione, lo squadrone che ne ha composto il parco firme in questi mille numeri ha visto molti spiccare il volo anche verso altri e più remunerativi lidi, perché abbiamo avuto cura nel mettere in evidenza penne di qualità. Indubbiamente il cantiere che cominciò a lavorare ai numeri zero nel 2014 è molto differente da La Croce che si affaccia agli Anni Venti: quando sul numero del 4 marzo 2016 annunciammo la nascita del Popolo della Famiglia aggiungemmo agli ingredienti quello del quotidiano militante “contro i falsi miti di progresso”. Abbiamo così raccontato insieme ai fatti anche i nostri propositi, un progetto per l’Italia che solo leggendo La Croce si può cogliere quotidianamente nella sua organicità. Da tanti punti di vista il nostro giornale è dunque un unicum. Vi siamo grati per il sostegno che ci ha permesso di arrivare fin qua e chissà che negli Anni Venti il numero duemila non sia di nuovo cartaceo: ci piace sorprendere. Dateci diecimila abbonati e torniamo subito in rotativa, La Croce è un perfetto regalo di Natale, pensateci. E comunque auguri a tutti, anche a chi ci copia e a chi ci odia (spesso sono le stesse persone), perché sarebbe stato tremendo suscitare indifferenza. Grazie a Dio, pare proprio che non sia accaduto.