CHE FARE (REITERO, PER CHI NON AVESSE CAPITO) di Mario Adinolfi
La strada che ho provato a indicare nell’editoriale de La Croce di oggi (ultimo post di ieri sera) è la creazione di un soggetto politico autonomo cristianamente ispirato fuori dalle coalizioni (con cui poi eventualmente e non obbligatoriamente allearsi) che sia sintesi di un impegno comune di popolo e pastori.
La potenzialità di un soggetto del genere è dell’8-10% e noi mettiamo a disposizione i nostri 114.535 voti militanti di domenica come primo mattoncino. Non è un progetto velleitario: a Gela il PdF ha sperimentato gli effetti della saldatura tra il nostro soggetto politico, le parrocchie, l’associazionismo, le energie produttive e sociali territoriali. In una città con mille problemi e 75mila abitanti il PdF ha preso il 5.64% alle amministrative e due settimane dopo l’8.75% alle europee domenica scorsa. Questa è la potenzialità del progetto politico a cui noi dedicheremo da oggi le nostre energie.
Si può fare, volendolo fare, perché persino noi da soli ce l’abbiamo fatta. Ora dobbiamo farlo insieme, in tanti, in ogni provincia d’Italia: chiamare a raccolta chi non si ritrova nel neopaganesimo salviniano ammantato di baci al rosario e meno che mai nella saldatura laicista Pd-M5S-Bonino-sinistre che prima o poi si produrrà come reazione al primo. Chi non sta a suo agio in questo probabile prossimo neobipolarismo ha bisogno di una casa costruita sulla roccia dell’ispirazione cristiana popolare, sturziana, autentica. Noi lavoreremo per contribuire a costruirla, con la tenacia che ci contraddistingue, apportando capacità formativa, classe dirigente, militanza, presenza sul territorio e assicurando comunque e sempre un simbolo sulla scheda, a partire dalle prossime regionali d’autunno in Emilia Romagna, regione dove abbiamo appena ottenuto il primo eletto in un comune capoluogo. Partendo dai territori e dal radicamento, proprio sul modello sturziano, questo progetto prenderà forma e noi siamo a disposizione di ogni possibile ampliamento del fronte comune.
Anche per le battaglie immediate che ci aspettano a partire da quella per scongiurare la depenalizzazione del suicidio assistito da parte della Corte Costituzionale nel prossimo autunno. Il Popolo della Famiglia annuncia fin da subito la propria mobilitazione nazionale per una serie di presidi fisici che avranno luogo a partire dal 21 settembre davanti alla Consulta e la propria disponibilità a promuovere eventi comuni unitari con altre sigle del mondo profamily e prolife, per ridurre sempre di più distanze e differenze che in passato hanno fiaccato l’efficacia delle prese di posizione. La questione eutanasia-suicidio assistito è talmente cruciale che serve evidentemente il massimo di unità. Che potrebbe poi essere territorio-fucina per una unità politica a cui noi come PdF abbiamo sempre aspirato e continuiamo ad aspirare. Il Popolo della Famiglia ha la tensione unitiva nel proprio dna. Cercheremo di essere motore aggregatore di un futuro possibile, sapendo che lo spazio politico che ci compete attualmente è vuoto e in politica, come in fisica, gli spazi vuoti si riempiono. Rapidamente. Dunque, agiamo subito. Noi ci siamo in 114.535, pochi forse, ma sufficienti per iniziare.