DI MARIO ADINOLFI
Caro neopresidente della Rai, Marcello Foa; caro neodirettore del Tg1, Giuseppe Carboni. Fingerò di non sapere che siete stati nominati uno perché gradito alla Lega, l’altro perché negli ultimi cinque anni ha seguito il M5S senza dargli noia, dunque gradito a Di Maio.
Fingerò che il servizio pubblico radiotelevisivo non sia lottizzato dal governo del cambiamento come da ogni altro governo precedente e fingerò che davvero debba essere luogo del pluralismo e della correttezza dell’informazione. Come si fa a mandare in onda ottantaquattro secondi di ideologia pura nella principale edizione del Tg1, senza alcun contraddittorio, affermando che due persone dello stesso sesso possono generare figli e che la “genitorialità non è solo biologica ma intenzionale”? E se in tre o in quattro o in otto intendono essere genitori, che si fa, ai bimbi si affibbiano otto padri e madri? Suggerimento per Carlotta Mannu del Tg1: in Olanda è in corso un processo su un signore che ha 69 anni ma dice di sentirsene 49. Invocando la giurisprudenza olandese sulla “intenzionalità” e il diritto alla “autodeterminazione”, citando esplicitamente le sentenze che sanciscono che i figli possono avere due padri e i maschi possono avere i documenti con su scritto “femmina” (e viceversa) in base a quel che “intendono” essere anche al di là della evidente verità biologica, il signore in questione pretende che sui documenti si scriva l’età che lui intende avere e che si sente di avere, cioè 49 anni e non 69 anni. Mi chiedo come faranno i magistrati olandesi a dargli torto. Urge servizio del Tg1. Chiedo altresì cortesemente al presidente della Rai, al direttore del Tg1 e a Carlotta Mannu di colmare la lacuna informativa sul reddito di maternità presentato in Cassazione dal Popolo della Famiglia, su cui non è stato mandato in onda alcun servizio. Ogni tanto sarebbe utile fare informazione seria per la famiglia naturale e non ideologia.